giovedì 15 marzo 2012

La bilancia

Campionato -fortunatamente- già finito, e come ogni fine stagione che si rispetti, è tempo di bilanci: quello più immediato è che si puntava alla salvezza, e salvezza è stata, quindi sarebbe un bilancio positivo. Condizionale d'obbligo: ci siamo fermati a 2 punti dai playoff, playoff che per come abbiamo giocato per buona parte dell'anno, per le condizioni nelle quali abbiamo giocato praticamente sempre, sarebbero stati assolutamente meritati. Rimane il rammarico per non aver mai potuto  vedere la formazione al completo, falcidiata da infortuni (per dirla con le parole del coach: mai vista un'annata così). Sarà per il prossimo anno, no?

Andrej Adamic (11 presenze, 3.64 punti partita): il surgelato di coach Battini colleziona più presenze che allenamenti, e spesso si vede. Poi viene scongelato per Fogliano, e il biondo contribuisce in maniera pesante alla vittoria forse più importante dell'anno. Microonde.

John Barbo (15 p, 4.40 ppg): candidato al giocatore più migliorato (anche se lui dirà "no, è che finalmente mi ha fatto giocare"), confeziona una stagione importante: oltre a essere il solito mastino in difesa, ha iniziato a pesare anche in attacco (soprattutto al tiro "pesante"... vero Cap?). Compiti per l'estate: partenza in palleggio e come evitare i gomiti avversari. Aspirante tiratore.

Alessandro Buttignon (13 p, 9.23 ppg): regalato alla causa PM poco prima del via (e con un biglietto aereo in tasca... quando l'amore chiama...), bloccato da una caviglia deboluccia (o da un compagno cretino), fatica ad ingranare in attacco, ma è sempre una presenza in difesa, un aiuto per i compagni (anche per il coach, a volte...), un esempio positivo per tutti. Quello che i numeri non dicono sono i body-check, le palle sporcate, gli aiuti, i tagliafuori. Ma si gioca meglio senza di lui: Butti, vai a cagare. 

Mattia Cap Capraro (15p, 12.53 ppg): non si contano gli infortuni (caviglie, inguine, febbre, colera, tsunami...), ma si segnala per una stagione di gran livello, leader silenzioso in campo e una dedizione alla causa da lodare. Stringe i denti nel finale, perchè la squadra aveva bisogno di lui. Avrà corso poco, ma l'abbiamo visto sorridere. Direttore d'orchestra.

Giulio Iula Cechet (5p, 1.0 ppg): nella short season PM, lui la dimezza per studiare negli States (lo sai che nessuno ti ha creduto, vero?). Torna e suda in palestra, si fa trovare pronto quando il coach lo chiama in causa. Positivo.

Riccardo Ciso Cisilin (4p, 9.75 ppg): la media punti più bassa degli ultimi 23 anni e il ginocchio di un ottantenne malmesso, ma una presenza trainante per i compagni nella volata salvezza. Domina Fogliano e stordisce Villesse, pazienza se poi per tre giorni deve far ghiaccio. Esemplare.

Alessio Fusco (17p, 9.71 ppg): il mio -personalissimo- MVP. Cresciuto in attacco, stoico in difesa, una presenza positiva -in campo e in spogliatoio- per i compagni in una stagione che lo vede spesso capitano. Il più costante dell'annata, una maturità raggiunta con il sacrificio e la voglia di migliorare. Leader.

Andrea Capo Galopin (2p, 2.0 ppg): ci sono molti modi di aiutare una squadra ("posso venire in panchina comunque? è l'ultima partita e voglio stare con i ragazzi"), lui fa di necessità virtù e si rivela ragazzo fondamentale per lo spirito del gruppo, per la voglia di esserci anche camminando su una gamba sola, per la presenza a bordocampo con le stampelle. Il prossimo anno quest'entusiasmo lo vedremo in campo. Positivissimo.

Pierfrancesco Gramegna (10p, 2.70 ppg): lascia la squadra a metà stagione per dissidi più con sè stesso che col coach, ma fino a quel momento aveva mescolato cose molto buone ad altre difficilmente concebili. Desaparecido.

Mike Pecchiari (12p, 3.50 ppg): lo ricorderemo sempre per i suoi passaggi illuminanti, per le grida inaspettate, per la gestualità inconcebile ai più e le sorprendenti analisi ortopediche. Nel mezzo, qualche barlume di basket. Schizofrenico.

Mattia Quintabà (13p, 6.15 ppg): resta il dubbio su cosa potrebbe fare se potesse allenarsi. Difensore come pochi, quest'anno trova anche consapevolezza in attacco (più triple a bersaglio che nel resto della carriera) e serenità di spirito. Esplode nel successo di Fogliano. Cresciuto.

Paolo Rosmanit (18p, 5.33 ppg): il coach lo inventa playmaker, lui lavora sodo e cresce di partita in partita, aggiungendo un bagaglio di esperienza che servirà nelle prossime stagioni. Delira nel suo personalissimo derby con Fogliano: costante della stagione, trasforma la rabbia in energie positive. Soprattutto, delizia lo spogliatoio con le sue impareggiabili freddure. Maturando.

Andrea Strobbe (1p): pochi secondi in campo col Kontovel, poi un infortunio lo tiene lontano dal parquet. Bravo ad aver voglia di crescere e imparare. Futuribile.

Francesco Scottie Tomasin (12p, 13.75 ppg): un avvio di stagione "solito", da bomber consumato. Un ritorno difficile, bloccato da una condizione (e un tiro, soprattutto) che non arrivano: si mette a disposizione della squadra, fa il play, prende rimbalzi, ruba palloni. E alza anche la voce. Encomiabile.

Matteo Zuccon (18p, 10.17ppg): la sorpresa dell'anno. Prestazioni balistiche altalenanti, condizione che lentamente lo abbandona, ma un carattere assolutamente unico per un ragazzo come pochi. Da lacrime alcuni siparietti in spogliatoio tra lui e Butti (e avrei voluto vedere anche Dolo, in quello spogliatoio). In una parola, Zuc.

Max Zanello: non ha mai giocato, vero, ma il vecchio capitano nel momento del bisogno torna a sudare in palestra per esser vicino ai giovani piemmini, per aiutarli a non abbattersi e per regalare sempre qualche sana risata. Presenza.

Sergio Battini: stagione encomiabile, la sua. Resiste spesso alla tentazione di lanciare qualche panchina in campo, soffre più di chiunque altro a trovarsi in 3 ad allenamento e a vedere partite sfuggire di mano per poca lucidità, ritorna in palestra e lavora come un matto per spremere il 120% da ognuno dei suoi. E ci mette una passione da far impallidire tanti ragazzini. Settant'anni e non sentirli. Unico.

Menzione speciale a quello sparuto gruppo di temerari che ci ha seguito praticamente sempre, in casa e fuori: morose (i morosi, chissà perchè, non ve le siete mai portati dietro), amici e genitori, grazie del supporto e, soprattutto, della pazienza.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Giulio Gregori (presenze: tutte): al secondo anno tra i biancoblù l'ex fischietto non finisce mai di stupire: presenza costante in palestra, su internet e al telefono (encomio per aver sopportato tutte le sfuriate del coach, e non sono state poche...), battuta sempre pronta, penna (anzi, tastiera) inesauribile, pronto a cambiarsi per un allenamento, a celebrare un trionfo, a incazzarsi coi grigi, a offrire un sostegno dopo una sconfitta e una birra dopo una vittoria. Resta il rammarico di non averlo visto con la divisa addosso (ci credeva lui e ci credevamo noi) ma una caviglia ballerina gli fa (fortunatamente?) lo sgambetto, peccato. Il naturale successore di Buk come delfino del presidente. Giulio, GRAZIE!

Il Capitano

Anonimo ha detto...

Super articolo !!!
FORZA PM !!!
Grande Giulio e grandi muli
Paolo # 10

roye ha detto...

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