mercoledì 19 giugno 2013

Il pagellone

Premessa: non si può bocciar nessuno (tranne forse il sottoscritto, ma come disse Paolo tanti mesi fa non siamo in una democrazia perfetta)... gli esami di riparazione non si fanno più da un pezzo (e molti di voi nemmeno sapranno cosa siano, gli esami di riparazione)... quindi, tutti promossi. Tutti, eh: soprattutto la PM!

Marco Quargnal: rookie of the year per distacco, non si spaventa mai davanti ad avversari più grandi e più grossi di lui (anzi, spesso li provoca... el nostro cabibet...), cade -spesso- ma sempre si rialza per lottare ancora di più. Chissà, magari il dubbio se sia il caso o meno di andare in un posto freddo e pieno di nebbia gli è venuto. DNA-PM certificato.
Mauro Nardella: ultimo tassello del mosaico in estate, diventa fondamentale col passare delle settimane. La presenza "oscura" (e non solo per i peli, sia chiaro) della PM targata Miani, quando c'è lui in campo tutti giocano meglio: fa tutto quello che i numeri non dicono. Ma le vittorie sì. Guardia del corpo.
Piero Nogherotto: rimpallato tra Buttrio e il Messico, smarrisce la strada per gli allenamenti. Ma si dimostra valida spalla del Presidente per tutte le attività di contorno: quel fantastico contorno (e assolutamente casinista) che ci ha accompagnato. Factotum.
Mattia Quintabà: una crescita continua, da Babyface a Killer (o bombev, come direbbe qualcuno). Si esalta nelle partite chiave e ne decide pure parecchie: diventa ogni anno più "giocatore", e davvero non è una parola grossa ma la più semplice e assoluta verità. Alternativa più che credibile al capitano per la palma di MVP dei playoff: il mio voto è per lui. Leader.
Scottie Tomasin: stagione "strana" per il capitano, che sembrava aver smarrito la via del canestro e la fiducia nei propri mezzi. Si sveglia in un giorno di pioggia udinese, e da quel momento non sbaglia più un colpo: la presenza più costante nei playoff, sempre i canestri ammazza-partita, un riferimento per i compagni. Sulla soglia dei trenta (no battute, please) si trasforma in leader del gruppo. IL Capitano.
Paolo Rosmanit: ok, lo so, andrebbe fatta una puntata monotematica dedicata a lui (e comunque, a lui mi sono dedicato anche troppo). Il parafulmine del gruppo, vuole quel ruolo e lo incarna alla perfezione: nel mezzo, spalle al muro contro lo Sbrindella chiama a sè una responsabilità non da poco e ripaga la fiducia del coach. Inopportuno, vero: ma irrinunciabile. PazzesCamente Sgnaulo.
Michele Facchini: nell'attesa di iniziare la carriera di imitatore, un grande innesto per la PM. Accentratore, sicuramente: un po' per indole un po' per la voglia di recupare il tempo perso ai box. Ma i compagni e Thomas di lui si fidano, e quando stecca cerca (e spesso trova) il modo di rimediare. Vagamente molesto (vagamente) davanti a una tastiera, ma ti vogliamo bene perchè sei così.
Andrea Cherubin: uno dei due turbonani PM (che coppia con Cap), plausibile MVP della regular season (sicuro MVP per il bicipite migliore del nord-est, invece), trascina la squadra al primo posto in campionato e cala (inevitabilmente) nei playoff, quando gli avversari studiano mosse per imbrigliarlo. Vacilla, ma il canestro della promozione è suo
Mattia Capraro: "er barbetta me piace" disse qualcuno, perchè certe cose si percepiscono anche se non si capisce nulla di basket (quindi, le posso aver capite benissimo anch'io). Statistiche in calo, ma presenza sicura e matura quando le partite si decidono (e a Fogliano vien l'orticaria solo a nominarlo). Singolo pubblicato, tranquillità tattica anche da sesto alla Ginobili (sono coetanei, in fondo..), serenità personale in netto rialzo. (Costantemente) in crescita.
Riccardo Cisilin: regge fin che può, ma quando può dimostra quale possa essere ancora il suo valore. Operati, che noi ti aspettiamo.
Alessio Fusco: lui non sarà d'accordo, già lo so, ma in fin dei conti è il primo critico di se stesso. Come per Bob, fa quello che le statistiche non dicono: è in campo quando le partite si decidono, e questo spiega praticamente tutto. In più, uno dei leader del gruppo. Presente (e futuro).
Mirko Vuolo: una scoperta. Un miglioramento innegabile, voglia di mettersi al servizio della squadra dimenticandosi dei propri numeri. E principale riferimento eno-socio-gastronomico: l'attentatore della dieta di Capo. Maturato.
Andrea Galopin: stagione difficile, sicuramente. Prima i postumi dell'infortunio, poi la dieta a toglierli il sorriso. Sbanda, ma ritrova la giusta faccia per la volata finale: e anche il suo posto a tavola. Recuperato.
Enea Dalla Pozza: apre la stagione con un canestro contro Fogliano, la chiude con una tripla contro Fogliano. Nel mezzo, tanta sfiga e un'operazione: ma capisce che può essere utile anche in altre maniere, e utile dimostra di esserlo. Scalpitante.
Thomas Miani: beh... confesso, è difficile aggiungere qualcosa a quanto già scritto su di lui (un po' perchè è un amico, e un po' tanto perchè con troppi complimenti si gonfia come un pavone). Ha perso capelli, ricominciato a fumare, dormito poco e si è agitato parecchio: ma ha il grande, grandissimo merito di aver trasmesso fiducia a tutti i suoi giocatori, di farli sempre sentire parte del gruppo, di far rendere ognuno al massimo delle sue potenzialità (e qualcuno anche oltre, spesso). Tocca dirtelo, coach: bravo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma non manca uno....??

Giulio Gregori: una stagione dedicata a 360° alla PM, da quella regionale a quella internazionale. Politico quanto serve con gli ex colleghi fischietti e presumo psicologo aggiunto per i ragazzi (in realtà è evidente autoterapia). Nonostante l'encomiabile tentativo di occupare tutto il tempo libero con il basket nei momenti social resta una certezza (SOPPALCO).

buzz

Affitti Studenti ROMA ha detto...

Ottimo! hahahah bel blog dai!