giovedì 13 giugno 2013

Il Discorso del Re (anzi, del Capitano)

Mancano poco meno di 30 secondi. La squadra ospite, divise rosse, è in attacco. Tireranno da 3. La mia divisa è bianca. Adesso tirano. Non so chi sta per tirare. Il tabellone è distante ma sono quasi certo che il punteggio dei LOCALI cominci per 6. Sì, quello degli OSPITI per 5. Ancora un palleggio. Noi, noi siamo i locali, sì. Quelli con la divisa bianca. Ho passato gli ultimi due minuti di partita sull'orlo della dissociazione. Non ho ben chiara la relazione tra il punteggio, il tempo, i comportamenti dei miei compagni. Alessio mi si avvicina e mi dice di godermi questi momenti, immensamente più padrone di sé stesso di quanto lo sia io. Il coach mi chiama verso la panchina, mi abbraccia continuando a darmi indicazioni tecniche di cui non ho che un vago ricordo. L'ultimo suono esterno che ho sentito è il boato del pubblico sul canestro di Cheru, qualche minuto fa. Il canestro che, adesso me ne rendo conto, vale una promozione. Allora. Adesso loro tireranno da 3, mancheranno meno di 24 secondi quando prenderemo il rimbalzo. Mancheranno meno di 24 secondi. Ultimo palleggio. Prenderemo il rimbalzo. E poi. Tra quel 6 e quel 5 ci sono più di 10 punti. Dopo il rimbalzo è finita. Cosa devo fare? Credo che il tiratore stia per saltare. Non lo so se salta. Non lo vedo saltare. Vedo la palla già a mezz'aria. In un punto che chiameremo A tra le mani dell'anonimo tiratore e il canestro arancione. In un attimo la palla rimbalza sul ferro. Giurerei che non faccia alcun rumore. Rimbalza dal ferro verso la linea laterale. So cosa devo fare. La prendo. L'ho presa. Io. Presa.

La migliore risposta possibile che sono riuscito a dare alla domanda "Qual è la sensazione che hai sentito più forte durante gara3?"

Sono passate due settimane e tutto quello che sono riuscito a scrivere è questa manciata di righe. Avrei voluto spiegare cosa vuol dire PM per me, ma non ci sono riuscito. Volevo parlare di come sono stato accolto sei anni fa, di quello che ho dato e quello che ho ricevuto, dei derby contro i NAB che mi mancano da morire, di una finale persa ai supplementari di gara3, della passione sfrenata di un coach che per due anni ha fatto i salti mortali e senza il quale non saremmo qui a festeggiare, dell'affetto incredibile di tutti gli amici e i tifosi, della mia promozione a capitano e a DJ, delle riunioni, di partite vinte e partite perse, di feste e prese in giro. Ma niente da fare, sono cose che probabilmente è meglio raccontare davanti a una birra una sera di estate.
Ecco, dopo due settimane forse mi sono reso conto di cosa abbiamo fatto: abbiamo aggiunto una nuova storia da raccontare davanti a una birra. Sicuramente una delle migliori, composta da mille storie più piccole, e mi piace pensare che ci sarà qualcuno che le ascolterà per la centesima volta e si annoierà, anche se i protagonisti, a forza di sentirli nominare, quasi quasi gli pare di conoscerli.

Scottie

PS: Da due settimane mi aspetto che ad una cena qualcuno cominci a chiedere "DIS-COR-SO!", perché, per una volta, avrei avuto qualcosa da dire. Ovviamente ci siamo ritrovati cento volte e nessuno me l'ha mai chiesto, quindi approfitto e parlo adesso. Ecco il mio discorso:
Questa è stata la prima promozione della mia carriera, e me la tengo stretta. Ma ci sono due persone a cui vorrei dedicare un pensiero, due giocatori. Giocano con me da tanti anni, li ho veramente visti crescere, ma di più, li ho visti diventare giocatori. Per entrambi non è stato facile continuare a giocare alla PM, lo studio li ha portati distanti ma hanno tenuto duro, macinando chilometri e biglietti del treno. Hanno tenuto duro anche in campo, anzi, in panchina, per tantissimo tempo, poi nel garbage time, poi qualche minuto per far rifiatare i vecchi, poi in quintetto perché giochiamo contro gli ultimi in classifica, poi una buona difesa allora venti minuti a pressare il playmaker, poi tre buoni tagliafuori e allora si giocano i minuti finali, fino a diventare giocatori e persone fondamentali dentro e fuori dal campo. Senza nulla togliere a tutti gli altri, il mio applauso più forte va ad  Ale e Quinta, perché siate un esempio come lo siete stati per me.

GRAZIE!

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