mercoledì 16 ottobre 2013

Non siamo scomparsi...

...anzi, tutt'altro!
Stiamo lavorando per fare il nuovo sito della PM: non manca molto... abbiate fiducia...

E nel frattempo, continuate a seguirci su Facebook!

BePM


mercoledì 19 giugno 2013

Il pagellone

Premessa: non si può bocciar nessuno (tranne forse il sottoscritto, ma come disse Paolo tanti mesi fa non siamo in una democrazia perfetta)... gli esami di riparazione non si fanno più da un pezzo (e molti di voi nemmeno sapranno cosa siano, gli esami di riparazione)... quindi, tutti promossi. Tutti, eh: soprattutto la PM!

Marco Quargnal: rookie of the year per distacco, non si spaventa mai davanti ad avversari più grandi e più grossi di lui (anzi, spesso li provoca... el nostro cabibet...), cade -spesso- ma sempre si rialza per lottare ancora di più. Chissà, magari il dubbio se sia il caso o meno di andare in un posto freddo e pieno di nebbia gli è venuto. DNA-PM certificato.
Mauro Nardella: ultimo tassello del mosaico in estate, diventa fondamentale col passare delle settimane. La presenza "oscura" (e non solo per i peli, sia chiaro) della PM targata Miani, quando c'è lui in campo tutti giocano meglio: fa tutto quello che i numeri non dicono. Ma le vittorie sì. Guardia del corpo.
Piero Nogherotto: rimpallato tra Buttrio e il Messico, smarrisce la strada per gli allenamenti. Ma si dimostra valida spalla del Presidente per tutte le attività di contorno: quel fantastico contorno (e assolutamente casinista) che ci ha accompagnato. Factotum.
Mattia Quintabà: una crescita continua, da Babyface a Killer (o bombev, come direbbe qualcuno). Si esalta nelle partite chiave e ne decide pure parecchie: diventa ogni anno più "giocatore", e davvero non è una parola grossa ma la più semplice e assoluta verità. Alternativa più che credibile al capitano per la palma di MVP dei playoff: il mio voto è per lui. Leader.
Scottie Tomasin: stagione "strana" per il capitano, che sembrava aver smarrito la via del canestro e la fiducia nei propri mezzi. Si sveglia in un giorno di pioggia udinese, e da quel momento non sbaglia più un colpo: la presenza più costante nei playoff, sempre i canestri ammazza-partita, un riferimento per i compagni. Sulla soglia dei trenta (no battute, please) si trasforma in leader del gruppo. IL Capitano.
Paolo Rosmanit: ok, lo so, andrebbe fatta una puntata monotematica dedicata a lui (e comunque, a lui mi sono dedicato anche troppo). Il parafulmine del gruppo, vuole quel ruolo e lo incarna alla perfezione: nel mezzo, spalle al muro contro lo Sbrindella chiama a sè una responsabilità non da poco e ripaga la fiducia del coach. Inopportuno, vero: ma irrinunciabile. PazzesCamente Sgnaulo.
Michele Facchini: nell'attesa di iniziare la carriera di imitatore, un grande innesto per la PM. Accentratore, sicuramente: un po' per indole un po' per la voglia di recupare il tempo perso ai box. Ma i compagni e Thomas di lui si fidano, e quando stecca cerca (e spesso trova) il modo di rimediare. Vagamente molesto (vagamente) davanti a una tastiera, ma ti vogliamo bene perchè sei così.
Andrea Cherubin: uno dei due turbonani PM (che coppia con Cap), plausibile MVP della regular season (sicuro MVP per il bicipite migliore del nord-est, invece), trascina la squadra al primo posto in campionato e cala (inevitabilmente) nei playoff, quando gli avversari studiano mosse per imbrigliarlo. Vacilla, ma il canestro della promozione è suo
Mattia Capraro: "er barbetta me piace" disse qualcuno, perchè certe cose si percepiscono anche se non si capisce nulla di basket (quindi, le posso aver capite benissimo anch'io). Statistiche in calo, ma presenza sicura e matura quando le partite si decidono (e a Fogliano vien l'orticaria solo a nominarlo). Singolo pubblicato, tranquillità tattica anche da sesto alla Ginobili (sono coetanei, in fondo..), serenità personale in netto rialzo. (Costantemente) in crescita.
Riccardo Cisilin: regge fin che può, ma quando può dimostra quale possa essere ancora il suo valore. Operati, che noi ti aspettiamo.
Alessio Fusco: lui non sarà d'accordo, già lo so, ma in fin dei conti è il primo critico di se stesso. Come per Bob, fa quello che le statistiche non dicono: è in campo quando le partite si decidono, e questo spiega praticamente tutto. In più, uno dei leader del gruppo. Presente (e futuro).
Mirko Vuolo: una scoperta. Un miglioramento innegabile, voglia di mettersi al servizio della squadra dimenticandosi dei propri numeri. E principale riferimento eno-socio-gastronomico: l'attentatore della dieta di Capo. Maturato.
Andrea Galopin: stagione difficile, sicuramente. Prima i postumi dell'infortunio, poi la dieta a toglierli il sorriso. Sbanda, ma ritrova la giusta faccia per la volata finale: e anche il suo posto a tavola. Recuperato.
Enea Dalla Pozza: apre la stagione con un canestro contro Fogliano, la chiude con una tripla contro Fogliano. Nel mezzo, tanta sfiga e un'operazione: ma capisce che può essere utile anche in altre maniere, e utile dimostra di esserlo. Scalpitante.
Thomas Miani: beh... confesso, è difficile aggiungere qualcosa a quanto già scritto su di lui (un po' perchè è un amico, e un po' tanto perchè con troppi complimenti si gonfia come un pavone). Ha perso capelli, ricominciato a fumare, dormito poco e si è agitato parecchio: ma ha il grande, grandissimo merito di aver trasmesso fiducia a tutti i suoi giocatori, di farli sempre sentire parte del gruppo, di far rendere ognuno al massimo delle sue potenzialità (e qualcuno anche oltre, spesso). Tocca dirtelo, coach: bravo.

giovedì 13 giugno 2013

Il Discorso del Re (anzi, del Capitano)

Mancano poco meno di 30 secondi. La squadra ospite, divise rosse, è in attacco. Tireranno da 3. La mia divisa è bianca. Adesso tirano. Non so chi sta per tirare. Il tabellone è distante ma sono quasi certo che il punteggio dei LOCALI cominci per 6. Sì, quello degli OSPITI per 5. Ancora un palleggio. Noi, noi siamo i locali, sì. Quelli con la divisa bianca. Ho passato gli ultimi due minuti di partita sull'orlo della dissociazione. Non ho ben chiara la relazione tra il punteggio, il tempo, i comportamenti dei miei compagni. Alessio mi si avvicina e mi dice di godermi questi momenti, immensamente più padrone di sé stesso di quanto lo sia io. Il coach mi chiama verso la panchina, mi abbraccia continuando a darmi indicazioni tecniche di cui non ho che un vago ricordo. L'ultimo suono esterno che ho sentito è il boato del pubblico sul canestro di Cheru, qualche minuto fa. Il canestro che, adesso me ne rendo conto, vale una promozione. Allora. Adesso loro tireranno da 3, mancheranno meno di 24 secondi quando prenderemo il rimbalzo. Mancheranno meno di 24 secondi. Ultimo palleggio. Prenderemo il rimbalzo. E poi. Tra quel 6 e quel 5 ci sono più di 10 punti. Dopo il rimbalzo è finita. Cosa devo fare? Credo che il tiratore stia per saltare. Non lo so se salta. Non lo vedo saltare. Vedo la palla già a mezz'aria. In un punto che chiameremo A tra le mani dell'anonimo tiratore e il canestro arancione. In un attimo la palla rimbalza sul ferro. Giurerei che non faccia alcun rumore. Rimbalza dal ferro verso la linea laterale. So cosa devo fare. La prendo. L'ho presa. Io. Presa.

La migliore risposta possibile che sono riuscito a dare alla domanda "Qual è la sensazione che hai sentito più forte durante gara3?"

Sono passate due settimane e tutto quello che sono riuscito a scrivere è questa manciata di righe. Avrei voluto spiegare cosa vuol dire PM per me, ma non ci sono riuscito. Volevo parlare di come sono stato accolto sei anni fa, di quello che ho dato e quello che ho ricevuto, dei derby contro i NAB che mi mancano da morire, di una finale persa ai supplementari di gara3, della passione sfrenata di un coach che per due anni ha fatto i salti mortali e senza il quale non saremmo qui a festeggiare, dell'affetto incredibile di tutti gli amici e i tifosi, della mia promozione a capitano e a DJ, delle riunioni, di partite vinte e partite perse, di feste e prese in giro. Ma niente da fare, sono cose che probabilmente è meglio raccontare davanti a una birra una sera di estate.
Ecco, dopo due settimane forse mi sono reso conto di cosa abbiamo fatto: abbiamo aggiunto una nuova storia da raccontare davanti a una birra. Sicuramente una delle migliori, composta da mille storie più piccole, e mi piace pensare che ci sarà qualcuno che le ascolterà per la centesima volta e si annoierà, anche se i protagonisti, a forza di sentirli nominare, quasi quasi gli pare di conoscerli.

Scottie

PS: Da due settimane mi aspetto che ad una cena qualcuno cominci a chiedere "DIS-COR-SO!", perché, per una volta, avrei avuto qualcosa da dire. Ovviamente ci siamo ritrovati cento volte e nessuno me l'ha mai chiesto, quindi approfitto e parlo adesso. Ecco il mio discorso:
Questa è stata la prima promozione della mia carriera, e me la tengo stretta. Ma ci sono due persone a cui vorrei dedicare un pensiero, due giocatori. Giocano con me da tanti anni, li ho veramente visti crescere, ma di più, li ho visti diventare giocatori. Per entrambi non è stato facile continuare a giocare alla PM, lo studio li ha portati distanti ma hanno tenuto duro, macinando chilometri e biglietti del treno. Hanno tenuto duro anche in campo, anzi, in panchina, per tantissimo tempo, poi nel garbage time, poi qualche minuto per far rifiatare i vecchi, poi in quintetto perché giochiamo contro gli ultimi in classifica, poi una buona difesa allora venti minuti a pressare il playmaker, poi tre buoni tagliafuori e allora si giocano i minuti finali, fino a diventare giocatori e persone fondamentali dentro e fuori dal campo. Senza nulla togliere a tutti gli altri, il mio applauso più forte va ad  Ale e Quinta, perché siate un esempio come lo siete stati per me.

GRAZIE!

lunedì 3 giugno 2013

C. Punto.




Ebbene sì, ho cambiato il nome della rubrica... ma era necessario... E mi sono venute varie idee: C-apolinea... ecco-C... C-siamo.... ma alla fine ho scelto questo: C. Punto. Perché questo è: abbiamo conquistato la serie C. E l'abbiamo fatto nel modo più bello, davanti al nostro pubblico (serio, serissimo candidato al titolo di MVP dei playoff: Scottie, fattene una ragione...), nel nostro fortino. 


Sono passati quasi due giorni, e ancora faccio fatica a scrivere: faccio fatica perché mi saltano fuori nuove immagini, riaffiorano emozioni che sul momento non mi sono neanche reso conto di provare. Sembra quasi il lento risveglio da uno splendido sogno: ma più mi sveglio e più mi rendo conto che non è un sogno. È realtà. È la nostra realtà. Una realtà che abbiamo costruito ogni giorno, passo dopo passo, da quel 23 di agosto quando ci siamo trovati per la prima volta, per iniziare gli allenamenti. Una realtà che ha trovato la sua consacrazione (sportiva e non solo) sabato 1 giugno 2013: una data che resterà nella memoria di molti, dei giocatori, di Thomas, di Pay Mario e Franco. Di tutti quelli che ci seguono, chi da quest'anno chi da una vita, chi è ritornato a essere PM dopo tanto (once PM forever PM). Perché forse non ve siete (ancora) resi conto, ma sabato avete completato un'opera che è storica, per la PM: avete replicato un'impresa conquistata dai "grandi vecchi" della famiglia PM, tutti quei personaggi che in maniera più o meno palese hanno tifato per voi, vi hanno sostenuto ognuno a modo suo. 
Ho visto cose fantastiche, sabato: Scottie andare a tirare due liberi con gli occhi completamente annegati (maledetto, mi hai fatto piangere...), Thomas continuare a dare indicazioni a 40 secondi dalla fine come fosse in trance, Capo re incontrastato della notte di festeggiamenti, Cheru sparire negli spogliatoi e ritornare con due occhi così, un giocatore di DNB saltare in campo prima che suonasse la sirena e abbracciare tutti, due banane saltare per un'ora e mezza   come indemoniati, Cap (o Barba, dice lui che è uguale) sciogliersi e ridere e ballare, Quinta seduto in mezzo al campo con gli occhi di chi non ci crede (credici, invece: è tutto vero),  la prima corsa dopo l'operazione di EnneQuargnalet prendere per il culo il capitano dicendogli "dovevo arrivar io per andar su". Ho visto tante di quelle cose che non riesco a ricordarmele... 
Ho visto un gruppo di amici sublimare il concetto di squadra: cavolo ragazzi, se c'è una cosa che continua a colpirmi di voi è proprio questo... come siete riusciti a esser squadra nelle vittorie (tante) e soprattutto nelle (poche) sconfitte, come avete affrontato le difficoltà che si sono presentate. Tutti uniti, tutti uguali, nessuna distinzione tra chi ha giocato tanto e chi ha dato tutto in allenamento per aiutare i compagni a poter dare tutto in partita. Mi passa nel continuo davanti agli occhi il film della stagione, e più lo guardo più mi rendo conto che OGNUNO di voi è stato determinante almeno una volta: un esempio su tutti (ma gli altri sono tutti ugualmente importanti: ma a citarli tutti, altro che post, viene fuori un pamphlet -o un pamflè come disi Enne), penso ai due sfondamenti subiti da Capo a Udine contro la CBU... È per questo che adesso mi sembra non soltanto difficile dire chi è stato il migliore dell'annata, è impossibile: per questo, ve lo dico col cuore, siete tutti i migliori. Sul campo e fuori. Però, visto che per gli annali un titolo di MVP va assegnato obbligatoriamente, lo assegno: Thomas. Il motivo? A lui l'ho già detto (e credo che questa non se la sarebbe immaginata... ma lo so, non mi ascolti mai... ), voi lo sapete meglio di me: lo avete visto gioire con voi, urlarvi, incitarvi, incazzarsi. Ma l'avete sempre avuto dalla vostra parte, sempre presente per tutti: e questo va oltre ogni qualsiasi pippa tecnica o cestistico-filosofica.

Adesso che (quasi) tutto è finito, vi posso svelare un segreto, e per farlo rubo il format-telefonata di Scottie.
Inizio gennaio, settimana che precede la partita di Fogliano, telefonata (reale) tra me e il coach:
Greg: "Thomas, go fatto un due conti... 16 vittorie e semo in C"
Thomas: "...azz... 16 vittorie... xe tante... ma perchè te disi 16?"
G: "Facile: 10 de regular season e semo primi sicuro, 6 nei playoff e xe C"
T: "...."

Fogliano: -15. Colors: -14. Basket4TS: - 13. San Vito: -12. Perteole: -11. Don Bosco: -10. (Cavolo, che ne manca ancora una cifra...). Santos: - 9. CBU: -8. Grado: -7. Kontovel: - 6. (manca solo 6, in fondo...). Cordenons: -5 e -4. Sbrindella: - 3 e -2. (con delle pause in mezzo, ma vabbè, il contatore gira). Casarsa gara1: -1. Casarsa gara2: -1 (bastardi). Casarsa gara3: 0. ZERO. È promozione. È C. Punto.

BePM!

PS: non mi cito mai... e non vorrei farlo neanche stavolta... ma quello che mi avete fatto provare quest'anno non lo dimenticherò mai (quindi aggiungetemi alla lista che sta un po' di righe sopra). Io non so trovare le parole per descrivere quello che ho provato sabato: la persona che era al telefono con me poco dopo la fine, sono sicuro, ha capito (tra un singhiozzo e l'altro...) cosa stavo provando. Quella persona che mi è accanto sempre, che mi ascolta quando butto fuori nervosismi, paure, felicità, emozioni. Quella persona che si è pensata, in una domenica d'autunno, l'indovinatissimo BePM. Questa vittoria è anche tua, e te la dedico.