Iniziamo piano...
Sottovoce...
Per non turbare i sonni...
Mi allineo ai ritmi cestistici dei giovani piemmini, e per circa metà post cercherò di non fare praticamente nulla di quanto avrei in mente di fare: fuor di metafora, questa protrebbe essere l'analisi (parole grosse!) della partita di sabato scorso contro Perteole.
Le nuove generazioni, evidentemente, hanno ritmi lenti: questo spiega l'avvio quasi narcotico dei nostri, travolti dalla verve (non era verve: stavano solo giocando!) dei bassaioli. Unici a non seguire il trend soporifero i due vecchi della squadra: Ciso, che vecchio lo è per davvero (e che qui vediamo mentre mangia la sua pappetta nel dopogara) e Cap, 19 anni solo per l'anagrafe. Ci vogliono 20 minuti (effettivi) buoni perché la truppa di Miani decida di porre fine all'agonia del coach e di mettersi a giocare a basket: circa, più o meno, quasi, almeno... con Scottie che fedele al suo motto "i canestri facili non li metto" si divora uno dei contropiedi più belli degli ultimi 5 anni piemmistici: caro capitano, visto che di quelli difficili neanche l'ombra, cominciamo con questi qui, facili facili, che dici?
Qualcosa di bello e di unico lo abbiamo visto, sabato: la grandezza dell'avversario si riconosce nei suoi comportamenti. Quando Enne è caduto, mani al volto, nessuno di noi (sottolineo, nessuno) si è accorto che in quella circostanza avesse anche perso palla: tanto di cappello a Perteole, che alla ripresa del gioco ci ha restituito il pallone. Sono questi gesti, magari piccoli, che ci riconciliano con lo sport, con i suoi valori più alti e veri: quanti (con gli avversari che stanno scappando via, in aggiunta) avrebbero fatto lo stesso? Si può perdere come giocatori, allenatori e dirigenti: ma con gesti così, si vince sempre come uomini. Sarò ingenuo, ma credo che da quell'episodio i piemmini abbiano tratto nuova linfa per elevare il proprio rendimento: non c'è miglior modo per onorare l'avversario se non dare il meglio di sé.
Chiudo inaugurando una nuova rubrica, "La parola della settimana". Verrà riportata la parola più desueta (e con questa sono già in vantaggio su tutti, sappiatelo) o comunque meno usata che uscirà irriverente dalle vostre bocche. Ovviamente, non basta buttar lì una parola a caso, sarebbe troppo facile e sareste bravissimi: terrò conto, e a mio insindacabile giudizio, di quelle parole che emergeranno senza motivo e avulse (2 a zero per me) dal discorso, lasciando interdetti gli ascoltatori. L'onore di aprire la rubrica spetta al capitano: a lui e al suo "apolide". Come dite, ve la siete persa? Ben vi sta... così imparate ad andar via prima del tempo!
...e comunque, forza PM!
PS: dirlo mi sembra scontato, ma male non fa affatto... Tien duro Enne, siamo con te!
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